ARTE e STORIA
Per realizzare un calco, è necessario avere una «forma in negativo» dell'originale, in cui poi colare il gesso. La forma può essere «a tasselli», cioè composta di vari elementi componibili in gesso (tecnica antica ma assai complessa e delicata), oppure in silicone, una gomma sintetica plasmabile, che ha la consistenza di una morbida plastilina (tecnica oggi largamente impiegata, che ha sostituito l'uso della gelatina, una soluzione a base di colla di coniglio, glicerina e zucchero, assai deteriorabile). Al silicone viene impastato un catalizzatore, che ne accelera l'indurimento in un periodo di circa 12 ore. Una volta ottenuto un impasto elastico ed omogeneo, il silicone viene plasmato con cura sull'originale, ponendo la massima cura nel farlo aderire alle pieghe e dentro la cavità ed evitando che possano restare imprigionate bolle d'aria, che poi si tradurrebbero nella forma in cavità. La forma non può essere fatta in un unico pezzo e fin dall'inizio del lavoro si stabiliscono le linee di separazione più opportune fra le varie parti.
Intorno alla forma in silicone viene poi costruita la «madreforma» - cioè il supporto rigido su cui sarà adagiata la forma in silicone -, armata con tondini di ferro, per darle rigidezza, e irrobustita da panni di tela juta ingessati. Anche la madreforma viene suddivisa in vari pezzi, scomposti secondo i piani di giacitura considerati più opportuni. Ogni pezzo della madreforma è composto a sua volta di tasselli morbidi, per consentire l'«uscita» delle parti in sottosquadro del modellato; ogni tassello ha dei punti di riferimento sporgenti, detti «chiamate», che si adattano in corrispondenti cavità della madreforma. Prima di procedere alla colatura del gesso, i bordi della madreforma vengono plasmati con sapone ed olio, per favorirne il distacco al momento della riapertura della forma. Il gesso viene poi colato nella forma ancora aperta; il primo strato viene steso a pennello, per favorire il riempimento di tutte le cavità; poi si procede al ringrosso degli spessori con altro gesso più denso. Canne di bambu vengono inglobate nello spessore e fissate con pezzi di tela juta ingessati, come ossatura del calco.
Quando il gesso steso sulle varie parti della forma inizia a «tirare», si ricompone la madreforma, facendo attenzione che le «chiamate» combacino perfettamente e che tutti i pezzi trovino esattamente il loro posto. Un ultimo strato di gesso viene colato all'interno della forma, lungo le linee di sutura dei vari pezzi, per garantirne la completa saldatura e l'omogeneità dello spessore. Una volta che il gesso ha completamente «tirato», la madreforma viene riaperta con cura e la copia in gesso può così essere liberata dalla forma in silicone. Infine vengono asportate con cura le leggere sbavature di gesso, formatesi lungo le linee di sutura della forma. Le repliche in gesso sono impiegate anche nella realizzazione di copie in bronzo; in tal caso il calco e la matrice - la forma persa - vengono distrutte per neccessità tecniche.